362 research outputs found

    Prevalenza e correlazioni clinico-sierologiche della Fatigue in corso di sindrome di Sjogren primitiva.

    Get PDF
    La sindrome di Sjogren è una connettivite sistemica a prevalente coinvolgimento del sistema ghiandolare esocrino, la cui manifestazione clinica principale è rappresentata da una sindrome sicca sia orale che oculare. Ai sintomi ghiandolari si possono associare manifestazioni sistemiche, organo specifiche ed alterazioni del profilo sierologico-laboratoristico. Tendenzialmente la malattia ha un decorso benigno, tuttavia la complicanza più grave è rappresentata dalla comparsa di un linfoma non Hodgkin a cellule B di tipo marginale (MALToma). La Fatigue nella sindrome di Sjogren è un elemento clinico di importanza rilevante. Lo studio monocentrico osservazionale cross-sectional, condotto su una coorte di 49 pazienti della U.O. di Reumatologia dell'Università di Pisa, ha messo in luce la notevole prevalenza della Fatigue nella sindrome di Sjogren e il suo impatto sulla percezione della qualità di vita dei pazienti. Si è dimostrata l'associazione della Fatigue con la fibromialgia, la tiroidite cronica autoimmune e con i disturbi del sonno secondari a malattia. Si è inoltre delineata la correlazione tra disturbi del sonno secondari a malattia (espressi come punteggio al PSQI) e la secchezza orale, oculare, la nicturia e il dolore notturno (espressi come punteggi alla relativa scala VAS). Pertanto si conclude che è necessario dare maggiore importanza alla Fatigue dal punto di vista clinico e terapeutico, impostando trattamenti adeguati e mirati soprattutto nei confronti della fibromialgia e dei disturbi del sonno secondari a malattia

    Microscopia confocale nella valutazione del trattamento con Ciclosporina topica nella Sindrome di Sjogren primitiva.

    Get PDF
    Negli ultimi anni l'efficacia della Ciclosporina topica nel trattamento del dry eye in pazienti affetti da Sindrome di Sjogren primaria è stata dimostrata mediante numerosi trials clinicibasati su test di funzionalità lacrimale utilizzati di routine nell'esame delle disfunzioni della superficie oculare. Con questo studio ci siamo prefissati di indagare i cambiamenti morfologici corneali indotti dalla ciclosporina topica all'1,2% in un gruppo di pazienti affetti da Sindrome di Sjogren primaria (pSS). Abbiamo incluso nel nostro studio pazienti che erano stati sottoposti a microscopia confocale (CSLM) in entrambi gli occhi durante la prima visita presso il nostro centro e dopo sei mesi di trattamento con ciclosporina topica. Le immagini del CSLM sono state esaminate da un unico operatore che ha valutato parametri quali l'integrità dell'epitelio basale, la pachimetria, l'attivazione cheratocitaria, la densità,tortuosità e reflettività del plesso nervoso sub-basale. Questi parametri sono inoltre stati raffrontati ai dati demografici, clinici e sierologici dei pazienti ed in particolare ai test di routine utilizzati nella valutazione del dry eye quali test di Shirmer I, test di captazione con verde di Lissamina (LGS) e BUT basali e dopo 6 mesi di trattamento con CsA. Sono stati riscontrati degli incrementi statisticamente significativi all'esame con LSCM in integrità dell'epitelio basale (p<0.001), pachimetria (p<0.006), attivazione cheratocitaria (p<0.001), densità delle cellule epiteliali superficiali (p=0.006) e basali (p=0.017), densità(p=0.01), tortuosità (p=0.02) e reflettività (p=0.005) delle fibre nervose corneali sub-basali. In conclusione il trattamento con CsA topica all'1,2% di pazienti affetti da pSS ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo dei parametri morfologici corneali esaminati con CSLM

    Sialendoscopic management of autoimmune sialadenitis: a review of literature

    Get PDF
    Autoimmune diseases of major salivary glands include Sjögren's syndrome and a complex of disorders classified as immunoglobulin G4-related diseases. These pathologies are characterised by an autoimmune reaction mediated by T-helper lymphocytes that targets the ducts of exocrine glands in Sjögren's syndrome and glandular parenchyma in immunoglobulin G4-related diseases. Immunoglobulin G4-related diseases represent recently introduced multi-organ diseases that also involve the salivary glands. However, the morbid conditions once known as Mikulicz's disease and Kuttner's tumour were recently considered as two variants of immunoglobulin G4-related diseases affecting the major salivary glands ( immunoglobulin G4-related sialadenitis). This review briefly summarises the pathogenesis and clinical features of autoimmune diseases of the major salivary glands, focusing on the diagnostic and therapeutic role of sialendoscopy

    Anticorpi specifici per le acquaporine nelle malattie autoimmuni

    Get PDF
    In questo lavoro di tesi si è affrontato il ruolo delle acquaporine come antigeni nelle malattie autoimmuni. In particolare è stato esaminato il ruolo diagnostico e prognostico degli anticorpi anti-aquaporina-4 nella neuromielite ottica, soprattutto per quanto riguarda la diagnosi differenziale con la sclerosi multipla. La presenza di autoanticorpi anti-aquaporina-4 è stata valutata in alcune malattie autoimmuni sistemiche (lupus eritematoso sistemico, sindrome di Sjogren) e nella malattia di Meniere mediante test immunoenzimatici basati su peptidi sintetici in fase solida. I risultati indicano che in una piccola percentuale di sieri di lupus (13%) sono presenti anticorpi anti-aquaporina4. Gli anticorpi sono presenti quasi esclusivamente nei pazienti in fase attiva di malattia. Gli anticorpi anti-aquaporina potrebbero quindi costituire una nuova specificità autoanticorpale nel lupus

    Analisi proteomica della saliva in pazienti affetti da Sindrome di Sjogren primitiva

    Get PDF
    La Sindrome di Sjogren primitiva (SS) ¨¨ una malattia autoimmune sistemica a patogenesi multifattoriale che colpisce in maniera peculiare le ghiandole esocrine salivari e lacrimali. La flogosi cellulo-mediata determina una progressiva compromissione della funzione ghiandolare che si traduce, dal punto di vista clinico, in una tipica sindrome sicca caratterizzata da secchezza orale e oculare persistenti. Scopo del lavoro. Considerando la peculiarit¨¤ della SS nel coivolgimento diretto delle ghiandole salivari, scopo del lavoro ¨¨ stato quello di caratterizzare mediante analisi proteomica il profilo proteico salivare di pazienti affetti da SS e comparare il pattern ottenuto con quello di controlli sani e di un gruppo di controlli ¡°patologici¡± al fine di identificare eventuali biomarkers di malattia. Pazienti e metodi: Sono stati arruolati nello studio: 15 pazienti con diagnosi di SjS, formulata in accordo con i Criteri Internazionali validati per la diagnosi di malattia, 15 controlli sani e 30 ¡°controlli patologici¡± comparabili per sesso ed et¨¤. Nell¡¯ambito dei 30 controlli patologici: 15 soggetti risultavano affetti da Sclerodermia sistemica progressiva(malattia autoimmune sistemica in grado di determinare un impegno fibrotico non flogistico delle ghiandole salivari), 6 presentavano una Sindrome Sicca Idiopatica non immunomediata e, 9 soggetti risultavano asintomatici per quanto relativo alla secchezza delle mucose ma erano portatori di autoanticorpi patologici (anti Ro/SSA e anti La/SSB),altamente specifici per la SS. La caratterizzazione del profilo proteico salivare ¨¨ stata effettuata combinando l¡¯elettroforesi bidimensionale con la spettrometria di massa (MALDI-TOF mass spectrometry). Risultati:Lo studio ha permesso mettere in evidenza numerose differenze tra il pattern proteico salivare dei pazienti con SS ed i profili proteici salivari dei soggetti sani e dei controlli patologici. In particolare nei pazienti con SjS ¨¨ stato possibile osservare una riduzione nei livelli di espressione di alcune tipiche proteine salivari acinari (albumina, ¦Á-amilasi salivare, PIP, cheratina 6L, anidrasi carbonica VI), un¡¯alterata espressione di proteine coinvolte nell¡¯equilibrio proteasi / antiproteasi con una riduzione delle cistatine e dei loro precursori ed un incremento dell¡¯inibitore dell¡¯elastasi leucocitaria, un incremento di proteine coinvolte nel danno tissutale (actina, lipocalina-1 precursore) e, infine,un¡¯aumentata espressione di proteine infiammatorie e legate all¡¯autoimmunit¨¤(calgranulina B, ciclofillina A, catena leggera ¦Ê delle immunoglobuline, beta2-microglobulina). Conclusioni:Lo studio, seppure preliminare, ha permesso di documentare come il pattern proteico salivare dei pazienti con SjS risulti profondamente alterato e presenti aspetti peculiari che, in parte riflettono l¡¯impegno flogistico selettivo da parte della malattia delle ghiandole salivari, in parte riflettono le alterazioni del microambiente orale che essa induce e, in parte, infine, la natura autoimmune sistemica della SS. Complessivamente, quindi,seppure a livello preliminare, lo studio ha mostrato come l¡¯analisi proteomica di fluidi biologici, scarsamente complessi e facilmente reperibili come la saliva, possa rappresentare un ulteriore ausilio nella diagnosi delle malattie reumatiche, in generale, e della SjS in particolare

    Concordanza e discordanza tra sintomi e segni di occhio secco e uso di lenti a contatto associato a ad occhio secco

    Get PDF
    L’obiettivo dell’elaborato sarà quello di definire la sindrome di occhio secco e la sua classificazione, identificare i test usati per diagnosticare e monitorare la sindrome, presentare le modalità atte a garantire una diagnosi differenziale di occhio secco scongiurando la presenza di comorbidità ovvero, in ambito medico, la copresenza di diverse patologie in un unico individuo. (1) Nonostante i notevoli progressi legati alla maggior competenza diagnostica, un’accurata diagnosi di occhio secco risulta impegnativa data la vasta gamma di sintomi e il fatto che spesso i cambiamenti e i segni non corrispondano ai sintomi riportati dal paziente. Inoltre, alla base della difficoltà diagnostica vi è anche la mancanza di una valutazione clinica affidabile, unica ed inequivocabile. Vi è un’ampia disponibilità di test dedicati alla valutazione dei segni relativi alla sindrome di dry eye e alla differenziazione tra test per quantificare la produzione e stabilire la qualità del film lacrimale e quelli per stadiare l’integrità della superficie oculare. Tuttavia, l’eterogeneità dei sintomi rende complessa sia l’individuazione della problematica tramite l’osservazione dei segni, poiché non vi è una corrispondenza lineare tra segni e sintomi, sia la diagnosi e la gestione della sindrome di occhio secco a causa della mancanza di un test univoco che permetta un’accurata valutazione della progressione e della risposta all’eventuale trattamento ritenuto idoneo. (2) Questo elaborato mira ad una revisione sistematica della letteratura relativa allo studio della relazione tra sintomi e segni di dry eye poiché la mancanza di corrispondenza può avere un impatto significativo sia sulla diagnosi sia sulla gestione del trattamento. In particolare, sono stati selezionati diversi studi a dimostrazione della scarsa e spesso inconsistente correlazione tra segni e sintomi rendendo necessario, in fase clinica, l’utilizzo di un insieme di test diagnostici per evitare che i risultati di un test eseguito singolarmente risultino fuorvianti. (2) Inoltre, si passeranno in rassegna i motivi per cui il discomfort e la secchezza rientrano tra le prime ragioni di intolleranza e drop out delle lenti a contatto. Infatti, il materiale, il design, la bagnabilità e il coefficiente di frizione delle lenti a contatto possono avere un’incidenza significativa legata al CLADE (Contact Lens-Associated Dry Eye Disease). Sebbene, gli effetti delle proprietà delle lenti a contatto sulla superficie oculare non siano ancora chiari. (3) Nel corso dell’esposizione si intende fornire una linea guida che non vuole sostituirsi alla valutazione e al giudizio clinico di esperti, la nuova definizione di occhio secco presentata in occasione del Workshop Internazionale dell’Occhio Secco ha come obiettivo quello di fornire una linea guida ragionevole per la terapia. La definizione è strutturata in tre parti principali, prende le mosse dall’eziopatogenesi atta a illustrare le varie cause di occhio secco, la seconda parte pone l’accento sul meccanismo patogenetico e mostra come le diverse cause di occhio secco possano interagire tra loro e aggravare altre concause come parte di un circolo vizioso. Infine, l’ultima parte illustra uno schema di classificazione della severità dell’occhio secco

    Sindrome di Cushing e malattie autoimmuni organo e non organo specifiche: revisione di un'ampia casistica

    Get PDF
    Revisione di un'ampia casistica di pazienti affetti da Sindrome di Cushing afferriti presso il Dipartimento di Endocrinologia dell'Università di Pisa al fine di individuare la prevalenza di malattie autoimmuni organo e non organo specifiche

    BAFF/APRIL pathway in Sjögren syndrome and systemic lupus erythematosus: relationship with chronic inflammation and disease activity

    Get PDF
    Objectives: BAFF and APRIL belong to the tumor necrosis factor (TNF) superfamily and are crucial for the survival, maturation, and differentiation of B cells. Aim of the study is to evaluate BAFF and APRIL in patients affected by Sjögren syndrome (SS) and systemic lupus erythematosus (SLE). Methods: Sixty patients, (40 SLE, 20 SS) and 20 healthy subjects were enrolled in this study. All subjects were evaluated for laboratory data (ESR, CRP, immunoglobulin G, A and M, complement fragments C3 and C4, LDH, beta2microglobulin, serum levels of rheumatoid factor), autoantibodies (ANA; ENA-SSA, -SSB, -Sm) and lymphocytes subpopulations. For patients, disease activity and damage indexes were assessed with the use of SLEDAI and SLICC and SSDAI and SSDDI for SLE and SS, respectively. BAFF and APRIL were determined by commercial sandwich ELISA kit (R&D Systems, Bender MedSystem). Statistical analysis has been performed with software Prism (Graphpad Instat, version 5.00). Results: APRIL levels were higher among SLE and SS patients compared to controls (p<0.0001, and p0.0001, respectively). BAFF levels in SLE were significantly higher than in SS (p<0.0001). We found higher BAFF levels in SLE and SS compared to controls (p<0.0001). Among SLE patients APRIL correlated with SLEDAI (r 0.3, p 0.04), SLICC (r 0.5,p 0.001), ESR (r 0.3, p 0.005) and CRP (r 0.4, p 0.02). Among SS patients APRIL correlated with SSDAI (r 0.4, p 0.02), SSDDI (r 0.4, p0.01), IgG (r 0.5, p0.01), ESR (r 0.6, p 0.01), CRP (r 0.6, p 0.02) and CD19 B lymphocytes absolute count (r 0.4, p 0.04); BAFF correlated with SSDDI (r 0.7, p 0.004) and CD19 B lymphocytes absolute count (r 0.5, p 0.04). Conclusions: In this study we showed a correlation between disease activity, damage indexes and BAFF/APRIL levels in SLE and SS patients suggesting a role in the strong activation of the immune system in patients with active disease
    corecore